Psicologia della scelta
Il libro affronta il processo di decisione, per aiutare il lettore a gestire con maggior successo dubbi, indicisioni, perplessità ed insicurezze del vivere quotidiano.
Il mito della bellezza
Quali pericoli si cellano dietro tali modelli? Guarda il video e poi esprimi le tue considerazioni.
Non sta mai fermo un attimo
Una volta bambini come quello sopra descritto erano etichettati come “caratteriali”, oppure come affetti da “disarmonia evolutiva”. Nel nostro Paese siamo arrivati con un certo ritardo a capire che tali problematiche vanno inquadrate secondo un’ottica ben diversa. L’espressione “bambino iperattivo” è ultimamente diventata sempre più di uso comune. Ma quando possiamo dire che un bambino è veramente iperattivo e quando invece si tratta di un bambino solo vivace, disobbediente o semplicemente maleducato? La linea di demarcazione non sempre è ben delineata ed occorre il parere di un esperto per poter identificare quando il comportamento del bambino è veramente problematico. I termini più usati per identificare quei bambini il cui comportamento è eccezionalmente iperattivo sono quello di sindrome ipercinetica oppure di disturbo da deficit d’attenzione e iperattività. In realtà alcuni psicologi ritengono che non sia sempre corretto parlare di “disturbo” riferendosi a tali problematiche. Molti tra i soggetti identificati come iperattivi presentano infatti numerose caratteristiche positive oltre all’iperattività. Spesso sono ben dotati dal punto di vista intellettivo, sono molto intuitivi e abbastanza creativi. Di solito però l’ambiente circostante (la famiglia, la scuola, il gruppo dei coetanei) non è pronto ad accogliere individui che presentano tali caratteristiche di iperattività e impulsività. Il disturbo si crea spesso dall’incontro-scontro tra un bambino che assume determinate modalità di comportamento e un ambiente impreparato a reagire nel modo più adatto.
Genitore oggi: un mestiere difficile
Educare all'apprendimento.
Ma chi educa? chi trasmette cultura?
Fumo, droga e alcool: dipendenza e prevenzione.
Oggi giorno i giovani fumano più tabacco e anche piti canapa indiana e bevono più alcol di qualche anno fa.
La prevenzione della tossicodipendenza non può risolvere problemi di dipendenza già esistenti. Può tuttavia impedirne o rallentarne la nascita. Questa prevenzione deve radicarsi nella vita quotidiana: nella famiglia, nella scuola, nel centro d'incontro dei giovani, nel club sportivo o anche nel negozio di paese e nel ristorante.
In una società, nella quale le persone che convivono hanno idee molto divergenti su cosa sia giusto o sbaglialo, è particolarmente importante che i bambini e i giovani apprendano ad orientarsi in modo autonomo e ad essere responsabili di se stessi. Tutti i giovani, prima o poi si trovano in situazioni in cui vengono offerte loro delle sigarette, droghe o bevande alcoliche. Devono imparare a gestire questi momenti. Per essere in grado, laddove necessario, di prendere le distanze, hanno bisogno di autonomia e di fiducia in se stessi. Non si apprende da un giorno all'altro ad essere autonomi e ad avere fiducia in se stessi. Ciò richiede molto tempo e molto sostegno da parte degli adulti.La dipendenza inizia nella vita quotidiana. La prevenzione pure.
Giovani e New Media
Questo il ritratto dei giovani italiani che emerge dal settimo rapporto nazionale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza dell'Eurispes e di Telefono Azzurro.
Il Pc è presente nella stragrande maggioranza delle case italiane: ne possiede uno il 92,5% delle famiglie, con il 48,2% dei bambini che navigano il web abitualmente: il 38,2% usa Internet da casa propria, il 3,4% naviga da casa di amici, il 2,9% dall'abitazione di parenti o conoscenti, il 2,2% da scuola e l'1,5% utilizza Internet point.
Circa un terzo dei bambini naviga senza alcun controllo da parte dei genitori, molti hanno il Pc nella propria cameretta.
Non stupisce, dunque, che siano molti i bambini che hanno avuto incontri sgradevoli sul web, che possono essere con immagini poco adatte alla loro età o con persone cha hanno tentato molestie via chat.
Il 37,5% dichiara di non aver mai conosciuto di persona qualcuno incontrato su internet, mentre tra coloro che hanno ammesso di averlo fatto, la maggior parte è andato da solo, alcuni accompagnati dai genitori, altri da amici o fratelli.
Episodi che hanno coinvolto dunque, quasi la metà dei bambini tra i 7 e 11 e che confermano quanto sia pericoloso lasciarli da soli davanti al Pc.
Se infatti, la maggior parte dei bambini possiede un cellulare normale, il 16,2% possiede un video-telefonino, il 3,1% un modello Umts e il 2,1% ne possiede addirittura più di uno.
La realtà, per questi ragazzi, è sempre più spesso sinonimo di ‘reality’ – inteso come show televisivo – genere per il quale va matto un ragazzo su due.
Bullismo
Il fenomeno ha anche legami con la criminalità giovanile, il teppismo ed il vandalismo.
Il bullismo per essere definito tale deve presentare tre caratteristiche precise:
- Intenzionalità
- Persistenza nel tempo
- Asimmetria nella relazione
Vale a dire che deve essere un’azione fatta intenzionalmente per provocare un danno alla vittima; ripetuta nei confronti di un particolare compagno; caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce. Il bullismo, quindi, presuppone la condivisione del medesimo contesto.
Insegnanti e genitori sono chiamati ad aiutare le vittime di bullismo, ma anche gli stessi bulli, ad imparare modalità relazionali assertiva (rispettose di sè e dell'altro). Quali comportamenti e azioni possiamo mettere in campo per contrastere il fenomeno del bullismo?
Abuso e maltrattamento
Quando un genitore o un insegnate avverte il sospetto che sia stia commettendo un abuso su minore, si possono innescare comportamenti finalizzati ad investigare sull'accaduto, ma anche, in taluni casi a non riuscire ad accettare che questo stia avvenendo. Nella rivelazione di abuso il bambino è potenzialmente esposto all'incredulità dell'adulto, al timore di incorrere nel biasimo o nella punizione di una minaccia ricevuta dall'abusante. Si tratta così di saper accogliere il minore garantendogli il massimo spazio d'ascolto e protezione possibili. Il bambino vittima di maltrattamento mostra spesso una sintomatologia composita, aspecifica, che pur non costituendo quindi una prova certa che vi sia stato un abuso ai suoi danni, certamente può rappresentare un segnale d'allarme per la famiglia e per gli insegnati. Qui di seguito elenchiamo alcuni dei segni o indicatori comunemente interpretati da alcuni studiosi del fenomeno come caratteristici del bambino vittima di violenza
- Riduzione dell'autostima
- Difficoltà ad amare o a dipendere dagli altri
- Comportamenti aggressivi o distruttivi
- Comportamenti di ritiro; paura di intraprendere nuove relazioni o attività
- Fallimenti scolastici o cadute del rendimento
- Abuso di droga o alcool
Più in particolare il bambino sessualmente abusato può mostrare, oltre ai segni sopra elencati:
- Interesse inusuale verso questioni sessuali
- Disturbi del sonno, incubi, terrore notturno, enuresi
- Ansia, depressione e comportamenti di isolamento
- Comportamenti seduttivi nei confronti degli adulti
- Sentimenti relativi al proprio corpo vissuto come sporco o danneggiato
- Contenuti sessuali o aspetti dell'abuso rappresentati in giochi, disegni o fantasie
- Condotte delinquenziali, fughe
- Comportamenti suicidari
Inoltre, secondo l'art. 331 del c.p.p., la segnalazione del sospetto abuso da parte dell'insegnante, rappresenta un atto obbligatorio che espone a precise responsabilità, anche penali, in caso di omissione.
Esprimi le tue considerazioni su questo delicato argomento.
Disturbi del comportamento alimentare
I disturbi del comportamento alimentare colpiscono in modo particolare bambini e giovani, con frequenza sempre in aumento sia nei paesi occidentali che nel resto del mondo. Negli ultimi venti anni la diffusione di questa patologia è aumentata in modo impressionante: se alcuni decenni fa i casi complessivi di disturbo alimentare in una intera scuola superiore erano rari, adesso è possibile individuare più casi presenti nella stessa classe. Inoltre, se fino a pochi anni fa i disturbi alimentari erano tipici delle ragazze adolescenti in questi anni ci confrontiamo con la diffusione di questi disturbi negli adolescenti maschi, con l’abbassamento dell’età media di esordio (6 – 8 anni), e con la promozione di aspetti culturali di massa che fanno breccia in modo trasversale su molte fasce di popolazione, coinvolgendo anche i bambini.